La trasmissione verticale rappresenta la principale via di contagio dell’infezione da HIV in età pediatrica, infatti, oltre il 95% dei casi di AIDS pediatrico sono riscontrati nei bambini nati da madre sieropositiva. La trasmissione del virus può avvenire durante la gravidanza, al momento del parto o nel post-partum, sebbene vi sia una evidenza sufficientemente ampia che l’infezione avvenga in misura più frequente al momento del parto.
La frequenza di trasmissione varia, in assenza di terapia antiretrovirale, tra il 7 e il 40%.
L’identificazione di fattori in grado di favorire o ridurre la trasmissione del virus è di primaria importanza sia per una corretta gestione dell’assistenza di una gravida sieropositiva, sia per fornire un counselling preconcezionale adeguato alle donne HIV-positive in età fertile che sia di supporto per la stessa scelta riproduttiva.
Vediamo quindi quali sono i principali fattori in grado di influenzare la trasmissione verticale:
- Condizioni cliniche materne (stadio clinico, deficit di vitamina A, presenza di coinfezioni);
- Situazione immunologica materna (anticorpi neutralizzanti, anti Gp 120);
- Presenza di altre malattie sessualmente trasmesse;
- Caratteristiche virologiche (carico virale nel siero e nei secreti cervico-vaginali, fenotipo, tropismo, Ag p24);
- Caratteristiche genetiche del neonato (antigeni di istocompatibilità, assenza di recettori specifici);
- Modalità di espletamento del parto
- Un travaglio prolungato e/o una rottura prematura delle membrane > 4 ore;
- Età gestazionale (prematurità);
- Allattamento al seno;
- Terapia antivirale in gravidanza e al neonato;
- Fattori comportamentali, quali la modalità di acquisizione dell’infezione, l’uso di droga in gravidanza e abitudini di vita a rischio associate.
In particolare è ben dimostrata l’associazione tra progressione dell’infezione da HIV nella madre (stadio clinico avanzato, CD4+ inf. a 400/mmc) ed aumentato rischio di trasm. perinatale, probabilmente legato alla più elevata carica virale nelle madri sintomatiche.