Quando un bambino sorride… “sta passando un Angelo”

  • 4 Gennaio 2012
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Sono un’Operatrice Sanitaria che lavora presso il Reparto di malattie infettive dell’Ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari, mi occupo, anche, dell’Assistenza a bambini sieropositivi, bambini che considero piccoli angeli malati.

Presso il piccolo centro su menzionato, si rivolgono circa 20 bambini di età variabile: da pochi mesi a 8 anni. La sieropositività ha caratteristiche diverse nel bambino rispetto all’adulto. Tutti i bambini nati da madre HIV+, risultano sieropositivi al Test per la ricerca degli anticorpi anti-HIV ed una grossa percentuale di questi bambini và incontro a sieronegativizzazione superato il 18° mese di vita, il 20 – 25% resteranno sieropositivi, poiché infettati dal virus durante il parto. I dati epidemiologici, riferiti al ’96 dal Registro italiano per l’infezione HIV in pediatria, rilevano un aumento del numero dei casi segnalati in Italia, rispetto all’anno precedente. In totale, ci sono circa 4.000 bambini HIV+ alla nascita, di cui un migliaio infetti, il 50%, di questi ultimi, malati di Aids. In riferimento ai dati epidemiologici degli altri paesi europei, l’Italia detiene, per questo, un ben triste primato.

Le problematiche che investono questi piccoli sono legate, al di là della necessità di ricorrere, più o meno spesso, alle cure mediche, al contesto socio-familiare in cui vivono. Spesso, sono orfani di uno o di entrambi i genitori, per cui sono i nonni, o altre figure affidatarie, ad essere delegate alle mansioni genitoriali; queste situazioni determinano confusione e smarrimento.

I genitori, se viventi, sono spesso tossicodipendenti con problemi che si riferiscono alle loro condizioni fisiche, con l’aggravante di forti tensioni psicologiche, legate al loro stato di sieropositività ed ai grossi sensi di colpa nei confronti dei loro bambini, tensioni che creano conflitti e dolore. Infine, ci sono ancora, nonostante il sacrosanto diritto di tutti i bambini alla socializzazione in ambiente scolastico ed al loro sviluppo culturale, grosse “paure” da rimuovere negli insegnanti di ogni ordine e grado, che si trovano a contatto con bambini HIV+.

Non esiste alcun presidio farmaceutico che possa, miracolosamente, guarire questa malattia, anche se la ricerca sta facendo grandi passi da gigante su più direttive; si può e si deve puntare, con tutte le energie, ad una qualità di vita da migliorare, affinché valga la pena di essere vissuta, nella speranza che si arrivi ad una soluzione a lungo termine.

Isa CICIOLLA