1 DICEMBRE 2020 – GIORNATA MONDIALE CONTRO L’AIDS
Nel segno del COVID la giornata mondiale di lotta all’AIDS.
La LILA alle istituzioni: “assicurare adeguati standard di cura e prevenzioneo si rischia di tornare indietro”
E’ stato un anno molto duro per le persone portatrici di patologie croniche che, a causa della Pandemia da COVID-19, hanno subito rilevanti limitazioni nell’accesso e nella continuità delle cure. Per chi convive con l’HIV, lo è stato in modo particolare.
I tradizionali ambiti sanitari di riferimento, ossia reparti e ambulatori di malattie infettive, sono stati proprio quelli più investiti dalla crisi COVID: infettivologi risucchiati dall’emergenza, impossibilità di ricoveri non COVID, analisi e visite rinviati, distribuzione dei farmaci AntiRetroVirali (salva-vita) garantita a macchia di leopardo, gestione delle comorbilità completamente saltata. Duramente colpiti anche i programmi di prevenzione e diagnosi: i servizi di testing, così come quelli per l’erogazione della PrEP, la Profilassi Pre-Esposizione, i pochi programmi di informazione per i più giovani, hanno subito forti limitazioni o sono stati interrotti.
I nostri servizi di helpline hanno colto e raccolto in questi mesi le difficoltà di chi ha vissuto il problema sulla propria pelle. Pur avendo subito interruzioni a causa delle restrizioni, i servizi di supporto del CAMA LILA si sono rapidamente riorganizzati riuscendo a garantire aiuto telefonico, consegna a casa di farmaci, analisi, generi di prima necessità, azioni di advocacy sul territorio per chi non riusciva ad ottenere terapie e assistenza. Comprendiamo come tutto ciò sia stato, in un primo momento, inevitabile, visto anche il progressivo, decennale, smantellamento del sistema sanitario pubblico. A medici e infermieri impegnati in prima linea, abbiamo espresso e ribadiamo ancora tutta la nostra solidarietà.
Non si può, tuttavia, accettare questo stato di perenne emergenza del sistema sanitario: chi ha dei bisogni di salute così complessi non può aspettare, chi si infetta deve accedere rapidamente alle cure, l’HIV non trattato adeguatamente può portare ad esiti fatali.
Le istituzioni nazionali, incalzate più volte in questi mesi, sembrano, finalmente, aver preso atto della situazione. Infatti, in un recente incontro, il Ministero della Salute, si è impegnato all’emanazione di atti e ordinanze urgenti che indichino ai servizi sanitari gli standard minimi di cura e prevenzione per l’HIV/AIDS e a garantire più agibilità alle azioni di salute pubblica svolte dalle associazioni come i servizi di testing.
L’appello di UNAIDS per la WAD, i target ONU 2020-2030
“Solidarietà globale, responsabilità condivise” è lo slogan scelto da UNAIDS per promuovere questa complessa WAD 2020 (World AIDS Day), un appello a ridisegnare completamente la mission dei servizi sanitari: accesso universale alle cure, più risorse finanziarie, più coinvolgimento della società civile, lotta alle disuguaglianze e alle discriminazioni, rispetto dei diritti umani.
“COVID-19 ha dimostrato –si legge nel documento UNAIDS – come durante una pandemia, nessuno sia al sicuro finché tutti non sono al sicuro. Lasciare indietro le persone non è un’opzione praticabile”.
Sull’Agenda ONU 2030, sottoscritta anche dall’Italia, rischiamo, del resto, un grave arretramento. L’obiettivo della sconfitta dell’AIDS e di altre gravi patologie entro il 2030 rischia di non essere raggiunto senza un radicale cambio di direzione. Già entro la fine del 2020, per quanto riguarda l’HIV, i paesi membri erano chiamati a raggiungere il target “90-90-90” che prescrive di rendere consapevoli del proprio stato sierologico il 90% delle persone con HIV, assicurando almeno al 90% di chi si scopre positivo al virus, accesso alle cure e soppressione virologica. La soppressione della carica virale è fondamentale per assicurare un buono stato di salute alle persone con HIV e per rendere il virus non trasmissibile (U=U).
Il primo dicembre del CAMA LILA
Poco da celebrare, dunque, in questo primo dicembre. Infatti, vista la situazione “restrittiva” e visto che abbiamo un limitato spazio di possibili interventi in esterno, abbiamo pensato di attivare, presso la nostra sede di Via Castromediano nr. 66 a Bari, l’INFO LINE NO-STOP: chiunque vorrà avere informazioni sull’HIV/AIDS o ricevere opuscoli, gadgets, condom, potrà rivolgersi presso la stessa o chiamare lo 0805563269 dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00.
In fine per avere uno sguardo più reale di quello che questo periodo sta comportando, dal 1° dicembre vi invitiamo alla visione del video “L’HIV ai TEMPI del COVID-19” al quale hanno dato il loro contributo i Volontari e gli operatori del CAMA LILA, le persone sieropositive del gruppo di Auto-Aiuto, alcuni medici infettivologi, rappresentanti di Enti del III Settore con cui collaboriamo da anni ed artisti tra cui Dante Marmone e Tiziana Schiavarelli.
HIV E AIDS, I DATI DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ NEL 2019
LA SITUAZIONE IN ITALIA
Nuove infezioni da HIV
- Nel 2019 sono state effettuate 2.531 nuove diagnosi di infezione da Hiv pari a 4,2 nuovi casi per 100.000 residenti.
- L’Italia, in termini di incidenza delle nuove diagnosi HIV, si colloca lievemente al di sotto della media dei Paesi dell’Unione Europea (4,7 casi per 100.000 residenti).
- L’incidenza (casi/popolazione) delle nuove diagnosi di Hiv mostra una riduzione dal 2012, con una diminuzione più evidente nell’ultimo biennio. La riduzione del numero di nuove diagnosi Hiv interessa tutte le modalità di trasmissione.
- Nel 2019 l’incidenza più elevata di nuove diagnosi Hiv si riscontra nella fascia di età 25-29 anni.
- Diversamente dagli anni precedenti, in cui la modalità di trasmissione più frequente era attribuita a rapporti eterosessuali (maschi e femmine), nel 2019, per la prima volta, la quota di nuove diagnosi Hiv riferibili a maschi che fanno sesso con maschi (MSM) è pari a quella attribuibile a rapporti eterosessuali.
- Tra i maschi, circa la metà delle nuove diagnosi Hiv è in MSM.
- Dal 2016 si osserva una diminuzione del numero di nuove diagnosi Hiv in stranieri.
- Dal 2017 aumenta la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da Hiv (con bassi CD4 o presenza di sintomi): nel 2019 2/3 dei maschi eterosessuali e oltre la metà delle femmine con nuova diagnosi HIV sono stati diagnosticati tardivamente (CD4 < 350 cell/μL).
- Un terzo delle persone con nuova diagnosi Hiv nel 2019 scopre di essere HIV positivo a causa della presenza di sintomi o patologie correlate con Hiv.
Nuovi casi di Aids
- Sono 571 i nuovi casi di Aids (0,9 nuovi casi per 100.000 residenti)
- Diminuisce la proporzione di persone con nuova diagnosi di Aids che scopre di essere Hiv positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di Aids.
- Il numero di decessi in persone con Aids negli ultimi anni è rimasto stabile ed è pari a poco più di 500 casi per anno.
LA SITUAZIONE IN PUGLIA
La PUGLIA è una delle Regioni in Italia che hanno un numero di casi residenti maggiore rispetto ai casi segnalati e cioè hanno “esportato” casi in termini assistenziali: ciò vuol dire che le persone sieropositive preferiscono andarsi a curare fuori regione!!
• Nel periodo 2007-2019 sono state segnalate complessivamente 2164 nuove diagnosi/infezione da HIV (2048 residenti e 116 non residenti) con una media di 167 casi all’anno.
• Nel 2019, il totale di casi segnalati risulta pressoché sovrapponibile al numero di casi segnalati nel 2018. La riduzione di casi ha riguardato tutte le province, tranne Lecce e Taranto che hanno mostrato, al contrario, un aumento dei casi. È possibile, tuttavia, che il dato nelle altre provincie rifletta un problema di sottonotifica.
• Nel 2019, il tasso di incidenza nei residenti è risultato di 3,9 casi per 100.000 mentre nel 2018 di 3,5/100.000. L’incidenza più alta è stata riscontrata nella fascia d’età 25-29 anni (10,7 casi per 100.000 abitanti).
• Nei maschi l’incidenza è risultata quasi sei volte maggiore rispetto alle femmine.
• Nelle femmine è stato osservato un aumento dell’età mediana di prima diagnosi rispetto ai precedenti anni di sorveglianza. Inoltre, risulta aumentato il numero di nuove diagnosi.
• Nel 2019, quasi l’85% dei casi ha acquisito l’infezione attraverso la via sessuale. Il maggior numero di nuove diagnosi di HIV nella popolazione italiana si conferma in MSM (maschi che hanno rapporti sessuali con maschi); negli stranieri prevale, invece, la via eterosessuale.
• Nel periodo di sorveglianza (2007-2019), mentre le straniere femmine rappresentavano il 48,4% delle femmine, gli stranieri maschi, invece, solo il 10,7%.
• La quota di soggetti con presentazione tardiva alla diagnosi di infezione da HIV rimane elevata (57,5% Late presenters e 39,9% Advanced HIV Disease).
• Il principale motivo di esecuzione del test HIV era la presenza di sintomi suggestivi di infezione da HIV in tutte le fasce d’età.
CONSIDERAZIONI SULLA SITUAZIONE IN PUGLIA:
- Da quasi 6 anni non viene attuato nessun programma di prevenzione regionale e tutto è lasciato sulle spalle delle pochissime Associazioni presenti in Puglia.
- Lo stesso dicasi per le campagne di offerta Test, nessun finanziamento ed anche qui il tutto è lasciato sulle spalle delle pochissime Associazioni presenti in Puglia, le quali devono purtroppo sopperire, con grandi sacrifici, alle mancanze delle Istituzioni.
- Commissione Ragionale AIDS non pervenuta: istituita nella seconda metà del 2019, si è riunita una sola volta, in prossimità delle feste natalizie, e poi il nulla. Dunque, nessun coordinamento, nessuna possibilità di programmare attività sul territorio; nessuna possibilità di confronto sul come risolvere i tanti problemi che affliggono le strutture sanitarie della Regione deputate alla cura delle persone sieropositive, aggravatesi ancor di più con l’arrivo del Covid-19.
Di certo l’eradicazione del virus e la definitiva sconfitta dell’AIDS (obiettivo prefissato per il 2030 dall’UNAIDS) sembra, tuttavia, a livello regionale, e non solo, ancora molto lontano.
Dott.ssa Angela Calluso
Presidente CAMA LILA di Bari